N° 108

 

MARAUDERS

 

 

Di Carlo Monni (con concetti e personaggi di Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

In un ufficio del Pentagono il Generale dell’Aviazione in congedo Thaddeus E. Ross, conosciuto da amici e nemici come Thunderbolt, attualmente Consigliere Speciale per le minacce superumane alla sicurezza militare, vedendo entrare scura in volto la sua assistente, il Tenente dei Marines Annie Benedict, non ha molti dubbi:

-Qualcosa è andato storto, giusto?- le chiede.

-La squadra mandata ad arrestare il Senatore Woodman in Alabama ed a cui erano aggregati il Maggiore Mace ed il Tenente Mills non risponde. Tutti i tentativi di contattarla sono falliti.-

            Ross rimane per qualche istante silenzioso poi dice:

-Dobbiamo dare per scontato che sia accaduto il peggio. Faccia inviare una squadra di soccorso.-

-Non abbiamo l’autorità per…-

-E allora trovi qualcuno che ce l’abbia e lo persuada a farlo… e faccia anche preparare un elicottero che ci porti entrambi sul posto.-

-Non so se è una buona idea che venga anche lei con noi, Signore.-

-Che io sia dannato se intendo restarmene dietro una scrivania mentre qualcuno che ho mandato in missione potrebbe essere morto a causa di un ordine che ho dato io, sono stato chiaro?-

-Perfettamente, Signore.-

-Bene ed ora muova il suo sederino e si dia da fare. Voglio tutto pronto in mezz’ora.-

-Subito, Signore.-

            Mentre Anne Benedict esce dalla stanza, Ross fa una telefonata.

-Kragg, sono Ross, temo di avere brutte notizie.-

 

            Quando pensi che le cose non possano andare peggio, ecco che puntualmente arriva qualcosa a smentirti, questo pensa Capitan America mentre si trova di fronte all’ennesimo pericolo.

Unica sopravvissuta assieme al suo collega Franklin Mills di una squadra interforze inviata a catturare un gruppo di agenti dell’Hydra in fuga dopo che quella sinistra organizzazione terroristica è stata finalmente smantellata,[1] il Maggiore dei Marines Elizabeth Mace non ha avuto altra scelta che assumere l’identità di Capitan America e combattere gli assassini dei suoi compagni. Con l’aiuto di Mills, nella sua identità di Comandante America, Liz ha sconfitto tutti gli avversari ma proprio quando stavano per catturare il Senatore Arthur Woodman, rivelatosi come una spia dell’Hydra sono arrivati i nuovi guai. Qualcosa ha colpito il Comandante America abbattendolo mentre sul luogo arrivava un gruppo di uomini e donne in costumi variopinti.

Quello che ne sembra il capo, un uomo dalla pelle color terracotta dai lunghi capelli e baffi neri, si era rivolto a Woodman dicendo:

-Si rilassi, Senatore: i Marauders sono arrivati al suo soccorso.-

I Marauders. Cap ha letto un dossier su di loro: sono un gruppo di superumani quasi esclusivamente mutanti che ultimamente operano come mercenari da una base nella Repubblica di Santa Providencia in Centro America. A quanto pare sono qui per aiutare Woodman a scappare, davvero una brutta combinazione.

Sono in otto ed hanno messo in difficoltà gli X-Men in passato. Ora lei deve affrontarli da sola e lo farà perché non ha nessuna intenzione di restare a guardare mentre Woodman scappa.

Il leader dei Marauders, un Comanche di nome John Greycrow ma meglio noto come Scalphunter, parla di nuovo, stavolta rivolto a lei:

-Ti consiglio di non provare ad ostacolare la nostra partenza, Capitano, se vuoi rimanere viva.-

-Immagino che tu sappia cosa puoi farci con il tuo consiglio, non è vero?- ribatte Cap.

            Tra le mani di Scalphunter si forma rapidamente una mitraglietta da cui parte una raffica di proiettili.

 

            Nella sala briefing della sede centrale della North Organization a Falls Church in Virginia Carolyn “Cary” St, Lawrence si rivolge a David Levine, Vice Presidente Esecutivo di quell’agenzia di contractors:

-Sta mettendo su una squadra per una missione in Medio Oriente e vuole che sia io a guidarla?-

-Precisamente.- risponde Levine -Lei è la più qualificata per farlo. -

-La ringrazio per l’apprezzamento ma io sono qua da poco tempo, non sarebbe più logico affidare il comando a qualcuno che conosce già la squadra, Per esempio, von Burian?-

-Il Maggiore von Burian è già stato destinato ad un'altra missione delicata e tra i nostri ufficiali lei è la più qualificata a comandare questa, le ripeto.-

            Cary lancia uno sguardo a von Burian. Quale che sia la sua missione, non è certo nulla che le sarebbe piaciuto. Se la North Organization è davvero implicata in operazioni clandestine illegali, lui è proprio il tipo giusto per condurle visto il suo pessimo curriculum. In ogni caso, meglio stare al gioco. È ovvio che questo è un test e deve superarlo.

-Mi dia i dettagli dell’operazione.- dice, infine, rivolta a Levine.

-Innanzitutto, lasci che le presenti i componenti della sua squadra, tutti provenienti dalle migliori unità di operazioni speciali delle nostre forze armate oltre che da quelle di altri paesi:.-

            Levine comincia le presentazioni da un afroamericano alto, muscoloso e dai capelli rasati:

-Il Capitano Christopher Jacobs sarà il suo secondo in comando è stato nella Delta Force.-

-È un piacere lavorare con lei, Colonnello St. Lawrence.- la saluta l’uomo.

-Spero che la penserà ancora così … dopo.- replica Cary.

            Levine passa al secondo uomo, un asiatico, probabilmente coreano, pensa Cary e subito dopo ne ha la conferma.

-Il Tenente di Marina David Pak, ex SEAL.-[2]

            Subito dopo tocca ad un uomo dai corti capelli neri.

-Il Tenente Liam Christian viene dal 22 Reggimento SAS[3] e sarà il suo addetto alla logistica.-

            L’uomo solleva appena il labbro superiore in una smorfia che forse vorrebbe essere un sorriso. Ma non è molto convincente.

Levine passa oltre e si ferma davanti ad un colosso dai capelli biondi tagliati a spazzola.

-Il Sergente Gunnar Lindstrom è l’artificiere del team. Parla poco ma al momento opportuno agisce molto.-

-Lindstrom? Svedese?- chiede Cary.

-Minnesota.- è la secca risposta.

            Levine passa ad una donna bionda slavata dai glaciali occhi azzurri.

-Anastasia Kasparova è Russa, una delle poche donne ammesse negli spetsnaz.[4] È il vostro tiratore scelto.-

La successiva è una donna dai lunghi capelli neri.

-Tirife Barzani è curda. Conosce il territorio e vi farà da guida. È anche un’esperta combattente.-

-Esperienza guadagnata sul campo di battaglia.- precisa la donna in un Inglese appena venato dall’accento del suo paese.

-Posso ben immaginarlo.- è il commento di Cary.

            Levine prosegue con le presentazioni e quando ha finito Cary gli chiede:

-Credo che sia il momento che mi dica l’esatta natura della missione.-

-Si tratta essenzialmente di una missione di salvataggio ed esfiltrazione complicata dal dover operare in zona contesa.-

-Se fosse stata semplice non avrebbero chiamato noi, dico bene?-

            Levine fa una risatina e replica:

-Mi piace come ragiona, Colonnello.-

            Cary replica:

-Lasciamo stare i complimenti e mi dia tutti i particolari.-

 

 

2.

 

 

            I proiettili dell’arma di Scalphunter si infrangono sullo scudo, poi Capitan America lo lancia verso l’avversario colpendolo al plesso solare. Mentre Scalphunter cade Cap si lancia in avanti, recupera al volo lo scudo, salta di lato evitando una sorta di arpione di energia scagliato da quello che sembra un Inuit, si tuffa su una donna dai capelli rossi e sferra un calcio ad un uomo dai lunghi capelli bianchi.

-Complimenti.- interviene una voce di donna.

            Liz alza la testa e si trova davanti una donna bruna con un marchio rosso sulla fronte che veste una guepiere nera, un perizoma, calze a rete e scarpe con tacchi a spillo sempre dello stesso colore.

-Hai fatto un bel lavoro ma sarò io ad avere l’ultima parola.- le dice la nuova arrivata.

            Gli occhi rossi della donna si illuminano e cosi fa pure il diadema incastonato nel suo collarino.

 

 

 

           

 

 

            Il posto è un bunker costruito nel pieno della Guerra Fredda nel sottosuolo del Distretto di Columbia. Doveva servire come rifugio in caso di attacco nucleare per garantire la continuità di governo ma con il tempo è stato dimenticato finché Henry Peter Gyrich, Consigliere del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Superumani, non ha deciso di utilizzarlo come quartier generale operativo del suo programma di controllo dei Supereroi.

            In questo momento Gyrich è in riunione con i suoi principali collaboratori tra cui spiccano due donne attraenti, una bionda ed una mora.

-È arrivato il momento di passare alla seconda fase del progetto.- dice -La sua squadra è pronta, Dottoressa Sofen?-

            La bionda, ovvero Karla Sofen, conosciuta anche come Moonstone, fa un sorriso compiaciuto e risponde:

-Lei dia l’ordine ed al resto penso io.-

Gyrich si rivolge alla bruna alta e statuaria:

-E lei, Dottoressa Erskine?-

-Le mie ragazze ed i ragazzi non aspettano che un’altra occasione di farsi valere dopo la soluzione della crisi di U.L.T.I.M.A.T.U.M.-[5] risponde Anita Erskine.

-E l’avranno. Sono più che mai determinato a risolvere il problema dei superumani una volta per tutte e se ognuno farà la sua parte, ci riusciremo.-

 

            Per un istante o forse anche meno non sembra accadere niente, poi la donna in guepiere si porta le mani alle tempie urlando quindi crolla al suolo apparentemente svenuta.

            Anche Liz Mace si porta le mani alle tempie mentre prova un acuto dolore alla testa.

-Ma che diavolo sta succedendo?- chiede un uomo grosso quasi quanto un armadio.

-Direi che Malice ha fallito nel tentativo di entrare nel corpo della Capitana.- spiega Scalphunter -Mi pare evidente che i Vendicatori possiedono una qualche difesa contro attacchi di questo genere. Meglio sistemarla con i buoni vecchi metodi finché è ancora debilitata.-

            Così dicendo, punta il suo fucile alla nuca di Capitan America e stringe il dito sul grilletto.

 

 

3.

 

 

            In un piccolo diner di Tysons, nella Contea di Fairfax in Virginia, Sam Wilson, Rappresentante al Congresso degli Stati Uniti per il 13° Distretto dello Stato di New York, finisce il suo caffè, poi si rivolge all’uomo che gli sta seduto davanti, anche lui afroamericano, fisico massiccio, volto incorniciato da una barbetta rada.

-Che dovrei fare?- chiede.

-Nulla di troppo complicato:- risponde Edmond Atkinson, funzionario del Centro Nazionale Antiterrorismo, una divisione dell’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale -Quando i tuoi aspiranti ricattatori ti richiameranno, ed io scommetto che lo faranno, fingerai di cedere alle loro richieste ma pretenderai un incontro faccia a faccia.-

-Tu come fai a sapere che hanno cercato di ricattarmi?-

-Diciamo che ho i miei metodi.-

-Figlio di… hai messo sotto controllo i miei telefoni.-

            Atkinson non replica e dopo qualche istante di silenzio chiede a Sam:

-Allora, ci stai?-

            Con lo sguardo cupo Sam risponde:

-Sai benissimo che la risposta è sì ed ora dammi i dettagli.-

            Atkinson sorride poi replica:

-Non qui. Andiamo alla mia auto. Ti porto in un posto sicuro e ti faccio conoscere un paio di persone di mia fiducia.-

-In classico stile da agente segreto, eh? Ok, fai strada.-

            Si alzano dal tavolo. Atkinson paga il conto e lui e Sam escono dal diner. Subito dopo qualcun altro si alza dal suo tavolo, paga ed esce.

 

 

4.

 

 

            Il dolore cessa ed il velo rosso sugli occhi scompare ma la sua situazione non è migliorata. Il freddo acciaio della canna del fucile di Scalphunter sulla sua nuca è una dura realtà. Capitan America sa che ha solo pochi istanti di vita se non si inventa immediatamente qualcosa.

            È puro istinto quello che la spinge a scalciare all’indietro colpendo Scalphunter al plesso solare e facendolo barcollare all’indietro. Il suo dito si contrae sul grilletto ma il proiettile si perde in aria.

            Con un gesto rapidissimo Cap è in ginocchio con le dita strette sullo scudo. In poche frazioni di secondo valuta la situazione. Tra quelli che ha steso al primo assalto ci sono Arclight e Riptide, Malice si è stesa da sola. Rimangono il coreano Scrambler, Prism, il colosso chiamato Blockbuster e Harpoon, senza contare Scalphunter che si sta già riprendendo. Quasi impossibile, batterli da sola… quasi.

-Fatevi sotto.- li sfida -Non avrete paura di una donna sola, vero?-

            Le si fanno intorno proprio come aveva sperato. Deve aspettare che siano più vicini e poi agire.

-Fermi!- urla Scalphunter -Non state troppo vicini o…-

            Quasi certamente stava per dire: o vi ostacolerete a vicenda ma è ormai troppo tardi. Cap scatta nello stesso momento in cui Harpoon sta per lanciare uno dei suoi arpioni energizzati, lo colpisce con un calcio in modo che cada con l’angolazione giusta per colpire Blockbuster in pieno petto.

-Cosa?- esclama sorpreso, il gigante, poi cade travolgendo Scrambler che istintivamente lo tocca mandando in tilt il suo sistema nervoso con il suo potere.

-Bella mossa ma ci sono ancora io.-

            È Prism dal cui corpo di cristallo si staccano numerosi proiettili dello stesso materiale costringendo Cap a ripararsi con lo scudo.

-Vedremo quanto resisterai!- le grida.

            Improvvisamente qualcosa lo colpisce alle spalle e lui va in mille pezzi sotto gli occhi stupefatti dell’uomo che lo ha colpito: il Comandante America.

 

            Nella sede del comitato elettorale del candidato a Rappresentante del 7° Distretto dello Stato di New York Joshua Cooper a Brooklyn Heights, il suddetto candidato, un giovanotto afroamericano con le labbra incorniciate dai baffi, è seduto a riflettere.

            Un uomo bianco più o meno della sua età entra nella stanza ed in tono allegro gli chiede:

-A cosa stai pensando, Josh? Non dirmi che sei preoccupato per le elezioni? I sondaggi dicono che hai oltre 60 punti di distacco sul tuo rivale.-

-La cosa che mi preoccupa, Sammy, e se sarò all’altezza del compito che mi attendere. Sono solo un comune insegnante di sostegno non un politico.

-Ed è di questo che la gente di questo distretto vuole: qualcuno che conosce davvero i loro problemi perché li vive ogni giorno, quindi lascia perdere le preoccupazioni e pensa al futuro.- lo incoraggia Sammy Bernstein, suo manager elettorale.

Senza che i due possano anche solo immaginarlo, la testa di Josh è inquadrata nel mirino telescopico di un fucile da cecchini.

 

            Il Comandante America può dirsi fortunato che il tessuto rinforzato del suo costume lo abbia protetto dagli effetti più letali del colpo infertogli da Harpoon. Anche così, però, è stato quasi come ricevere sulla schiena il calcio di un mulo. Quando si risveglia il dolore alla schiena è ancora presente.

            Vedere la sua amica e collega minacciata da Prism gli fa dimenticare subito tutto. D’istinto afferra il suo scudo e vibra un colpo a tutta forza al supercriminale. Quello che non si aspetta, però, è vederlo letteralmente frantumarsi in tanti piccoli frammenti.

-Non volevo ucciderlo.- borbotta -Non pensavo che…-

-Attento!- gli urla Capitan America.

            Agendo per puro istinto il Comandante America si gira di scatto ed intercetta con lo scudo uno degli arpioni di Harpoon.

-Non mi freghi due volte con lo stesso trucco, amico.- gli dice poi gli scaglia contro lo scudo cogliendolo in pieno volto..

            Capitan America si rivolge a Scalphunter:

-Sei rimasto solo. Vuoi arrenderti o preferisci continuare a combattere?-

            John Greycrow serra le labbra e non risponde.

 

 

5.

 

 

            Salgono sull’auto di Edmond Atkinson che poi si dirige verso ovest. Improvvisamente il massiccio afroamericano dice:

-Siamo seguiti.-

-Cosa? Ne sei sicuro?- chiede Sam Wilson.

-Faccio questo lavoro da troppi anni per non accorgermi quando ho una “coda”. L’amico non fa nemmeno grandi sforzi per non farsi scoprire. O è un dilettante oppure…-

-Oppure…?-

-Oppure non gli importa di essere scoperto, il che potrebbe voler dire che il suo compito non è scoprire dove andiamo ma semplicemente eliminarci.-

-Tu sì che sai come tranquillizzare la gente. Che intendi fare?-

-Ora lo vedrai.-

            Atkinson esce dall’autostrada immettendosi in una strada secondaria. Sam si volta e dice:

-È ancora dietro di noi. Adesso ci sta tallonando.-

-Stiamo giocando a carte scoperte, che è proprio quello che volevo.- replica Atkinson poi fa fare alla sua auto un veloce virata seguita da una brusca frenata. L’auto inseguitrice si trova la strada sbarrata.

 

            È Capitan America a rompere di nuovo il silenzio:

-Allora, Scalphunter, qual è la tua risposta?-

            Invece di risponderle John Greycrow si volta, punta il suo fucile contro uno stupefatto Arthur Woodman e gli spara in pieno petto, poi, mentre l’uomo che avrebbe dovuto salvare crolla a terra, grida:

-Teletrasporto immediato per otto!-

            C’è un lampo improvviso ed i Marauders scompaiono.

-Ma che…?- esclama il Comandante America.

-Un sistema di teletrasporto probabilmente inserito nei loro costumi.- risponde Cap -Altrettanto probabilmente c’era un velivolo ad aspettarli poco distante ed ora staranno dirigendosi verso Santa Providencia.-

            Il Comandante America si guarda in giro ed aggiunge:

 -Si sono portati via anche i cocci di quel tipo che ho steso, perché?-

-Prism? Forse hanno un sistema per rimetterlo insieme.-

-Lo credi possibile?-

-Perché no? A quanto ne so, non dovrebbe essere la prima volta che gli succede.-

            Liz si avvicina al corpo di Woodman e commenta:

-Stecchito. Niente processo per tradimento per lui.-

-E niente più segreti da rivelare in cambio di una condanna più mite.- ribatte il suo compagno -Pensi che sia per questo che Scalphunter gli ha sparato? La sua missione era ucciderlo se non fosse riuscito a portarlo in salvo?-

-Quasi sicuramente sì, anche se dubito che lo sapremo mai con certezza.-

            Un rumore dall’alto attira la loro attenzione.

-Elicotteri in avvicinamento. Scommetto che sono i soccorsi.- commenta il Comandante.

-Ed è bene che trovino qui Liz Mace e Franklin Mills e non due eroi patriottici al loro posto.- replica Cap.

-Troppo giusto, muoviamoci e recuperiamo le nostre uniformi.-

           

Gli elicotteri atterrano sullo spiazzo dietro lo chalet e da due di essi scendono rispettivamente Thunderbolt Ross, seguito da Anne Benedict, ed il Generale Joseph Kragg riconoscibilissimo dalla benda su un occhio..

-Sembra che sia successo un bel casino qui.- commenta quest’ultimo -Una piccola zona di guerra.-

-Ne abbiamo trovati due ancora vivi!- urla qualcuno.

            Pochi minuti dopo Liz Mace e Franklin Mills sono accolti in un improvvisato ospedale da campo.

-Siamo stati fortunati.- dice Mills -Siamo stati sbalzati fuori dal nostro veicolo e siamo finiti in mezzo agli alberi. Non ci hanno notati o ci avrebbero uccisi come hanno fatto con gli altri.-

            Non è del tutto una bugia, pensa Liz, solo una mezza verità.

-Qualcuno, però, deve aver sistemato gli assassini dei vostri compagni e forse ha anche ucciso quel traditore di Woodman. Avete idea di chi sia stato?- chiede Ross.

-Buio pesto. Sono rimasto svenuto per tutto il tempo e non ho idea di cosa sia successo.- risponde di nuovo Mills.

            Ecco, questa sì che è una bugia, per quanto inevitabile, pensa ancora Liz..

-Lei cos’ha da dire, Maggiore Mace?- le chiede Kragg.

-Nulla di più di quanto ha riferito il Maggiore Mills.- risponde lei quieta.

-Bene.- conclude Kragg -Ci sarà tempo per i rapporti formali domani. Per il momento vi riporto a casa.-

            Liz non potrebbe essere più d’accordo.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Nel suo studio nell’hotel Sol del Mar a Santa Providencia, l’uomo di nome Graydon Creed è in videoconferenza con uno dei suoi particolari clienti.

<<Devo complimentarmi con i suoi uomini, Creed, nonostante le difficoltà siete riusciti a portare comunque a termine la missione.>>

-Purtroppo i miei agenti non sono riusciti a portare in salvo Woodman.- replica Creed -Tuttavia la missione secondaria che ci avete affidato e cioè ucciderlo in caso di impossibilità di salvarlo, accordo di cui non abbiamo ritenuto necessario informare Woodman ovviamente, è stata portata comunque a termine.-

<<E lei riceverà il pagamento concordato come previsto.>>

Senza contare che potrò tenermi la somma versatami Woodman, pensa soddisfatto, Creed ed aggiunge:

-È stato un piacere fare affari con lei, Hydra Imperiale.-

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            Una volta rientrata nella sua casa di Falls Church in Virginia, Liz Mace si concede una doccia corroborante, poi ordina del cibo da farsi portare a casa, infine si siede in poltrona ed accende la TV sintonizzandola su un notiziario.

            La prima cosa che vede è il viso di Henry Peter Gyrich che sta tenendo una conferenza stampa.

<<Gli eventi degli ultimi tempi hanno dimostrato quanto sia pericoloso che circolino liberamente i molti superumani che ci sono nella nostra Nazione. Da oggi, in pieno accordo con il Presidente è su suo Ordine Esecutivo, è proclamata la tolleranza zero nei confronti di tutti i cosiddetti superumani e vigilanti in costume che operano fuori dai limiti delle leggi federali. Le loro azioni saranno perseguite con ogni mezzo disponibile.>>

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non molto da dire su questo episodio se non che

1)     I Marauders hanno fatto il loro debutto su Uncanny X-Men #210 datato ottobre 1986 ad opera di Chris Claremont & John Romita Jr.

2)     I componenti della squadra affidata a Cary St. Lawrence sono ispirati ai protagonisti di alcuni film d’azione. Riuscite ad indovinare a chi? -_^

Nel prossimo episodio: vi abbiamo lasciato con ben due cliffhanger, forse tre. Li risolveremo tutti? Leggete e vedrete.

 

 

Carlo



[1] Su Nick Fury #17.

[2] SEa Air Land, le forze speciali della Marina degli Stati Uniti.

[3] Special Air Service, la leggendaria unità delle operazioni speciali dell’esercito britannico

[4] I reparti speciali delle forze armate e servizi di sicurezza russi.

[5] Vedi episodi #98/99